Reddito di libertà: il centro antiviolenza di Donne a Sud pronto a sostenere le vittime
L’INPS va incontro alle donne vittime di violenza con una misura ad hoc che permetterà loro di richiedere e ottenere un sussidio fino a 400 euro mensili per un anno al massimo. Non è tanto, lo sappiamo bene, ma è comunque un importante punto di partenza che denota il prendere consapevolezza sempre di più di un problema gravissimo.
Molto spesso le donne che scappano dal proprio aguzzino escono di casa solo con quello che hanno addosso, e devono cominciare da zero: è come se fossero appena nate. Ed in effetti di rinascita si tratta, ma le insidie che si nascondono lungo il cammino sono tantissime, e spesso la forza di volontà non è sufficiente, soprattutto se non si lavora e si hanno figli a carico.
E allora cerchiamo di capire bene chi ne ha diritto e come richiedere quello che è stato ribattezzato, emblematicamente, “Reddito di libertà”.
Le istruzioni sono contenute nella circolare 166 dell’8 novembre 2021 e i requisiti per accedervi sono stati stabiliti dal Dpcm del 17 dicembre 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 20 luglio 2021. Le domande, attentamente compilate, dovranno essere inoltrate in via telematica all’INPS dalle donne interessate, direttamente o tramite delegato o rappresentante legale, tramite la piattaforma di collegamento con i Comuni italiani. L’inserimento della domanda è compito dell’operatore comunale. Gli importi sono esenti dall’Irpef dal momento che sono erogate da un ente pubblico a titolo assistenziale.
Una delle dichiarazioni fondamentali da allegare, quella cioè che attesta il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, dovrà essere rilasciata dal rappresentante legale del centro antiviolenza cui la donna si è rivolta, a conferma della reale esigenza della vittima. Senza questa dichiarazione, niente sussidio.
L’accredito delle somme avverrà tramite IBAN su conto corrente, libretto di risparmio o carta prepagata intestati alla richiedente, che, al termine della procedura di richiesta, dovrà avere rilasciata la ricevuta di presentazione della domanda.
A questo punto verrà effettuata un’istruttoria automatizzata per verificare la disponibilità degli importi da erogare e la titolarità del conto corrente indicato nella fase di presentazione della domanda. Nel caso in cui la richiesta non venga accolta per mancanza di risorse, l’accoglimento potrà avvenire in un momento successivo. Tutte le domande non accolte alla data del 31 dicembre 2021 saranno scartate.
Questo il regolamento, ma scendiamo nello specifico. Il centro antiviolenza di Donne a Sud è accreditato e perfettamente in linea con la normativa vigente. Pertanto, le donne seguite saranno attentamente guidate sia a livello legale che amministrativo.
Le utenti italiane e quelle extracomunitarie in possesso di regolare permesso di soggiorno devono allegare la dichiarazione che attesta il periodo di emancipazione ed autonomia per loro e per i figli minori. Il reddito sarà assegnato in un’unica soluzione in base alle risorse che provengono dalle regioni o dalle province autonome, e sarà revocato qualora dovessero intervenire motivi ostativi al mantenimento dello stesso. La misura è compatibile con gli altri strumenti di sostegno al reddito quali reddito di cittadinanza, REM, Naspi, cassa integrazione guadagni e assegni per il nucleo familiare.