Mondiali di calcio femminili: se anche la Figc vuole che le ragazze si tolgano la maglia…
In Francia sono in corso i mondiali di calcio femminili, ma sono lontane anni luce le “notti magiche”.
Le azzurre si sono qualificate senza patemi agli ottavi, eppure non ci sono bandiere ai balconi e il mondo non si sta fermando come quando in campo scendono i maschietti e ogni fine partita è un esultare comune o un dramma nazional popolare.
E invece per le ragazze guidate da Milena Bertolini? Partita dopo partita, stanno dimostrando una volta di più quanto vale il calcio femminile e quanto emozionante sia il loro gioco. Il movimento calcistico femminile in Italia conta appena 24 mila tesserate e, con una base così circoscritta, la nazionale femminile non può che occupare postazioni lontane dalle prime squadre che si contendono le principali competizioni internazionali.
La Fifa, il massimo organismo del calcio mondiale, colloca le azzurre al quindicesimo posto nel ranking internazionale. La parte del leone la fa la nazionale femminile degli Usa, detentrice del titolo conquistato agli ultimi mondiali disputatisi in Canada nel 2015, una squadra che si è laureata campione mondiale per ben tre volte sulle sette edizioni fin qui disputate. La nazionale femminile Usa ha vinto quattro ori olimpici, dieci Algrave Cup, prestigioso torneo internazionale di calcio femminile, che si gioca in Portogallo ogni anno e per ben sette volte si è aggiudicato il Concaf Women’s Gold Cup, negli Stati Uniti equivalente ai nostri Europei di calcio.
Gli altri titoli sono stati conquistati dalla Norvegia nel 1995, dalla Germania nel 2003 e nel 2007 e infine dal Giappone nel 2011. Per le azzurre sarà dura primeggiare tra le ventiquattro squadre che si presentano in Francia, ma la vetrina internazionale le spingerà a dare il massimo. «Mi auguro che queste ragazze vi abbiano fatto innamorare del calcio femminile e che torniate a guardarle, perché ci sarà ancora da vedere» ha dichiarato alle telecamere di Raidue il ct Milena Bertolini. Le fa eco capitan Sara Gama: «Devo dire grazie alle mie compagne perché la forza è che sappiamo coprire gli errori gli una dell’altra e aiutarci a vicenda. Il risultato, credo si veda in campo».
Nei mesi precedenti l’inizio dei mondiali, l’ entusiasmo per la qualificazione dell’Italia ha spinto i dirigenti della Federcalcio, nei cui posti dirigenziali ci sono solo uomini, a fare grandi dichiarazioni d’intenti sullo sviluppo del calcio femminile in Italia e sulla necessità di un professionismo anche tra le donne, che fino a questo momento, essendo considerate “dilettanti”, di questo sport non possono vivere, con tutte le conseguenze del caso. Staremo a vedere se sono solo dichiarazioni estemporanee o se hanno intenzione di impegnarsi anche economicamente come per il calcio maschile e passare dagli appena quattro milioni di euro stanziati dalla Figc ai dieci milioni che vengono stanziati per il calcio maschile.
Intanto, al posto del tricolore e delle serate a tifare in compagnia davanti alla tv, ci stiamo dovendo sorbire commenti irrispettosi sui social network. Proprio in Francia, sulla copertina dell’ultimo numero della rivista francese Charlie Hebdo è comparsa una vignetta, ispirata al celebre dipinto di Gustave Courbet “L’origine del mondo”, che mostra un pallone incastrato in una vagina e la scritta: “Ci abbufferemo per un mese”. Spaccata l’opinione pubblica transalpina, tra chi difende la libertà di espressione dei giornalisti della redazione di Charlie Hebdo e chi, invece, si dice scandalizzato dall’ennesimo disegno “disgustoso”.
La libertà di espressione non può andare oltre il rispetto dell’altro, la vignetta è assolutamente volgare. Come riporta Repubblica, la centrocampista americana Samatha Mewis ha detto che “non è il tipo di articolo che avremmo voluto vedere. Spero che attraverso il nostro gioco, le persone capiscano che quello stiamo facendo è fantastico: meritiamo rispetto”.
E neppure a livello locale ci facciamo mancare i commenti di dubbio gusto. Come associazione troviamo assolutamente scandaloso, e lo denunciamo pubblicamente e senza timori, che un rappresentante della FIGC di Ragusa, ovvero Gino Giacchi, come chiaramente dimostrano gli screenshot, commenti in modo simpatico e scherzoso un post su Facebook con il quale un utente “considera scandaloso che nel calcio femminile, una volta segnato, non si tolgano la maglia”. Ci dispiace, ma c’è poco da ridere.
Non solo perché ci troviamo di fronte all’ennesima battuta sessista da bar, ma soprattutto perché la persona in questione è il delegato provinciale della Federazione Italiana Gioco Calcio in provincia, colui che si occupa di divulgare, attraverso progetti come “Ragazze in gioco”, la pratica del calcio alle studentesse delle scuole medie. Vorremmo limitarci, dunque, a commentare che siamo educate e non solo non ci togliamo la maglia, ma non sputiamo nemmeno a terra, ma riteniamo questo fatto troppo grave per perderci in commenti simili e ci aspettiamo, come minimo, delle scuse pubbliche. Se poi la FIGC volesse prendere dei provvedimenti, ne saremmo ancora più liete.
Rossana Caudullo