La Turchia esce dalla Convenzione di Istanbul: migliaia di donne in piazza contro Erdogan
Per Erdoğan la Convenzione di Istanbul “danneggia i valori della famiglia tradizionale”. Ma la Turchia registra una media di tre femminicidi al giorno, e si accende la protesta: «Il governo ha dichiarato guerra alle donne»
Così la decisione di uscire dalla Convenzione sta facendo scendere in piazza migliaia di donne, in tutto il Paese, per protestare contro l’assurda decisione del presidente di non volersi più adeguare alle norme per prevenire e combattere la violenza contro le donne.
Ma che cosa è la Convenzione di Istanbul?
Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. Il testo, firmato nel 2011, classifica la violenza contro le donne come una “violazione dei diritti umani” e una forma di “discriminazione”, ed è il primo trattato internazionale a contenere una definizione di genere, che, all’articolo 3, è definito come “ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini”.
I delitti stabiliti dalla Convenzione di Istanbul
Il trattato stabilisce una serie di delitti caratterizzati da violenza contro le donne. La violenza psicologica, gli atti persecutori (stalking), la violenza fisica, la violenza sessuale, compreso lo stupro. Ma anche il matrimonio forzato, le mutilazioni genitali femminili, l’aborto forzato e la sterilizzazione forzata, le molestie sessuali. La Convenzione prevede anche un articolo che prende di mira i crimini commessi in nome del cosiddetto “onore”.
E’ avversata da sempre in Turchia, da coloro secondo i quali la Carta danneggia l’unità familiare, incoraggia il divorzio e ha espliciti riferimenti all’uguaglianza che verrebbero strumentalizzati dalla comunità Lgbt. Per questo motivo, la convenzione è entrata in vigore nel 2014, ma non è mai stata realmente applicata. Sette anni dopo arriva la revoca, da parte della ministra per la famiglia Family, Zehra Zumrut Selcuk, arrivata a sostenere che i diritti delle donne sono comunque già garantiti nella legislazione.
Le donne turche sono scese in piazza, e con loro diversi movimenti femministi. Le manifestazioni più numerose si sono svolte a Kadiköy, la roccaforte laica sulla sponda asiatica della metropoli sul Bosforo. «In un paese in cui ogni giorno vengono uccise tre donne, (la Convenzione di Istanbul) era la nostra unica speranza – ha scritto su Twitter Elif Shafak – e abbandonandola, il governo turco sfida lo stato di diritto, i diritti umani, uguaglianza di genere e dichiara guerra alle donne».
Il Consiglio d’Europa ha stigmatizzato la decisione della Turchia di uscire dalla convenzione come un enorme passo indietro che lede i diritti delle donne in Turchia.
Rossana Caudullo, Avvocato