La solitudine dei centri antiviolenza: cosa ci dicono i dati del rapporto di ActionAid
E’ possibile andare in guerra senza armi e vincere? La domanda sembra banale e retorica, eppure è quello che accade ogni giorno in Italia. C’è una guerra non dichiarata che vede una donna soccombere al proprio aguzzino ogni tre giorni circa, e ce ne sono migliaia che quotidianamente soffrono a causa della violenza psicologica ed economica che subiscono tra le mura di casa. Nel 2021 sono state uccise (per mano del compagno/marito/fidanzato/ex) 109 donne; nel 2022 siamo già oltre quota 50, eppure, come denuncia anche ActionAid nel proprio rapporto “Cronaca di un’occasione mancata”, i fondi per contrastare l’emergenza e aiutare le vittime arrivano a singhiozzo e in ritardo.
Come si traduce questo nella realtà? Semplice. I centri antiviolenza sono costretti ad andare avanti puntando tutto sul volontariato, e diventa sempre più difficile “arruolare” professioniste/i in grado di offrire un servizio professionale h24 basato su turni, competenze specifiche e tutela di quei collaboratori che corrono in aiuto di chi vuole scappare da una situazione di pericolo, abusi e violenza.
Due anni di pandemia sembravano poter rappresentare la svolta. Durante il lockdown la convivenza forzata tra vittima e aguzzino ha fatto impennare gli episodi di violenza domestica, e tante situazioni esasperanti sono esplose. Anche Donne a Sud, come ricorderete, ha realizzato un video per invitare le vittime a denunciare tramite messaggistica, visto che era diventato quasi impossibile parlare senza essere ascoltate dall’aggressore, e per lanciare l’importante messaggio: “E’ vietato uscire, non fuggire”.
Invece, non è cambiato praticamente nulla. Le Regioni continuano a centellinare i fondi destinati ai centri antiviolenza e quei pochi vengono erogati con mesi (se non anni) di ritardo, a causa di una burocrazia lenta e pesante.
E se agire per tutelare le vittime di violenza conclamata è complicato, prevenire lo è ancora di più. Anche in questo caso, tutto ricade sulle spalle delle volontarie. Sono loro ad andare nelle scuole a parlare di violenza agli studenti, e a prendere parte agli incontri organizzati dalle forze dell’ordine, dalle associazioni, dai Comuni, dalle Istituzioni a vario livello. Sono loro a correre in soccorso quando arriva una chiamata, togliendo tempo al proprio lavoro e/o alla propria famiglia, gratis. Benedetto sia il volontariato e l’amore per il sociale, ma quanto può durare? Quanto si può andare avanti in questo modo?
Irrisori sono anche i fondi destinati ai programmi di recupero per uomini autori di violenza, con il rischio che l’aggressore la faccia franca o che la vittima si trovi di fronte personale che non sa riconoscere e trattare gli abusi, fisici o psicologici. Soprattutto la violenza che non lascia lividi sulla pelle, più subdola.
Tutti, a parole, si dicono consapevoli del grave problema e disponibili all’attivazione di misure utili a contrastare l’emergenza, ma poi, quando nelle aule che contano si discutono leggi e mozioni contro la violenza sulle donne, i presenti si contano sulla punta delle dita di una mano, di due se va bene.
Demagogia: ecco a cosa assistono le persone che il dramma lo conoscono bene e cercano di contrastarlo in ogni modo: una stucchevole e sterile demagogia. Risposte reali? Zero.
Un dato su tutti che lo dimostra? I fondi straordinari per rispondere ai bisogni delle donne emersi durante l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da SARS-COV2, in molti casi, non sono ancora giunti alle beneficiarie ad un un anno e mezzo di distanza dal loro stanziamento, e solo l’1% delle risorse destinate dal DL Cura Italia alle Case rifugio per far fronte alle spese straordinarie è stato effettivamente liquidato. La prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne sono i grandi assenti delle pianificazioni strategiche adottate a livello nazionale con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026.
Questo lo dice ActionAid. Se volete leggere per intero il rapporto “Cronaca di un’occasione mancata” cliccate sul link qui sotto.
Monitoraggio_antiviolenza_2021
Valentina Frasca – Giornalista