Giulia, il patriarcato, il cinema e l’impegno del mondo politico. Che sia la volta buona?
C’é voluta la drammatica morte di Giulia Cecchettin per far sì che le due donne più importanti del Paese trovassero un punto d’incontro. Donne a Sud non vuole commentare la dolorosissima vicenda, per rispetto della giovane vita stroncata in questi giorni di sangue, lacrime e fiumi di parole. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la leader del Pd, Elly Schlein, la numero uno della maggioranza e quella dell’opposizione, hanno concordato che la politica deve provare a dare un’immagine unitaria, senza spaccature di parte. Perché la violenza, ma anche il substrato culturale “maschilista e patriarcale” che spesso è alla base, si può – e si deve – affrontare insieme, hanno concordato le due.
Il dialogo bipartisan è finalmente avviato, complice anche il film campione di incassi di Paola Cortellesi, ma quello che conta è che si vedano i frutti. E qualcosa pare che stia maturando. Al Senato, durante la discussione e il voto sul ddl Roccella contro i femminicidi, anche se non si è riusciti a mettere tutti d’accordo su un unico ordine del giorno che condannasse la violenza e impegnasse il governo a contrastarla, anche con iniziative “strutturali” nelle scuole, una qualche forma di convergenza piuttosto inedita si è comunque registrata, tra partiti di governo e di minoranza. Si prevede di inserire nei programmi di studio «l’educazione al rispetto, anche attraverso una formazione emotivo – sentimentale». Parole considerate un passo in avanti verso i desiderata di Pd e Cinquestelle. Il governo si impegna ad intervenire «sulla prevenzione e sul contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica, a completamento della normativa vigente, al fine di iniziare l’iter parlamentare in tempi rapidi». Ma c’è anche l’assenso sul tema della formazione antiviolenza per gli operatori sanitari, le forze dell’ordine e il personale sanitario.
Aspettiamo, sperando che non restino, ancora una volta, solo intenti.