Di cognomi ed altre polemiche inutili: non è così che si lotta per i diritti delle donne

Sarebbe una di quelle notizie da leggere sotto l’ombrellone mentre ci si rinfresca con una bibita ghiacciata, se non fosse per le “femministe estremiste” che devono polemizzare su tutto, con buona pace della libertà di scelta.

La splendida e sempreverde Jennifer Lopez si è sposata (di nuovo), e stavolta a metterle l’anello al dito è stato il suo amore di 20 anni fa, l’attore Ben Affleck. Fin qui tutto bene: loro sono bellissimi, i “Bennifer” sono tornati e vissero tutti felici e contenti.

Qualche giorno dopo, però, è venuto fuori che lei ha scelto di utilizzare il cognome di lui, per cui si farà chiamare Mrs Jennifer Lynn Affleck. Apriti cielo! Qualcuno lo ha addirittura definito un passo indietro di decenni, un deliberato schiaffo alle lotte per i diritti e l’emancipazione femminile, anche perché JLo non è solo un nome, è un marchio, il sigillo di un impero milionario messo su da una donna mattone dopo mattone, contando solo sul proprio talento e sulla propria bravura.

Ora, che alla Lopez di tutto questo gran parlare possa importare meno di zero, sono più che sicura. Che si stia facendo una bella ed intelligente risata sulla scia di tutte queste polemiche, sono quasi certa.

Simpaticamente, mi verrebbe da dire che pure io, se avessi sposato Ben Affleck, lo avrei scritto a caratteri cubitali ovunque sui miei documenti, ma non è questo il punto.

Il punto è che c’è una cosa che va oltre le lotte femministe, ed è la serena e pacifica certezza di essere donne libere: libere di fare e di scegliere quello che si vuole, perché niente e nessuno può intaccare, modificare o limitare ciò che si è. Di certo, non un cognome.

Il punto è che la vera emancipazione non consiste nello scegliere di mantenere il proprio cognome invece che assumere quello del marito, così come non consiste nel mettere al proprio figlio il cognome della madre invece che quello del padre. La vera emancipazione ritengo che consista nel lottare per raggiungere e/o difendere un sistema che tutto questo lo consenta, che lasci la possibilità di scegliere e che infine, liberamente, si scelga, senza che nessuno giudichi per questo: né uomo, né donna.

Quando avremo raggiunto questo nuovo ed elevato stadio nel nostro cammino, saremo davvero libere e potremo dire di vivere in un mondo di diritti, un mondo alla pari, sganciato dal patriarcato e da tutti i suoi nessi e connessi. Al momento, purtroppo, siamo ancora molto lontane.

 

Valentina Frasca – Giornalista

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