Consigli letterari: oggi parliamo di “I leoni di Sicilia”, di Stefania Auci
Scrivere questa recensione per me non sarà affatto semplice: amo la Sicilia, è nel mio cuore, mi scorre nelle vene. Rimango sempre incantata quando si parla di luoghi che conosco, tanto vicini e allo stesso tempo così lontani. Chiudo gli occhi e immagino i suoni, le voci, il brusio di una piazza o di una strada, di un mercato o del porto, quando in alcuni passaggi vengono inserite frasi in dialetto.
Il modo di scrivere, di descrivere, in alcuni romanzi trasporta i lettori indietro nel tempo, gli fa vedere luoghi, conoscere la storia, ma soprattutto la nostra terra, così differente.
Ho apprezzato il libro di Stefania Auci, il suo modo di renderlo accessibile a tutti. Una lettura piacevole, interessante, scorrevole, allo stesso tempo però non appesantita da date e fatti storici: li accenna, ne parla, ma non ne fa un elenco da manuale.
Mi è piaciuto il modo in cui vengono descritte le donne, donne che affrontano il mondo e il destino in maniera differente, l’una rimanendo attaccata al passato, aggrappata a quel figlio che pensa essere l’unica persona a volergli bene, l’altra affrontando il mondo, le dicerie, il vociare di un comportamento che all’epoca era disdicevole.
I Leoni di Sicilia è un libro ben scritto, che trascina il lettore indietro nel tempo, nella città di Palermo, nelle sue strade, dentro il negozio dove tutto ha avuto inizio, quel negozio di spezie in cui due fratelli hanno iniziato a realizzare il loro sogno.
Le descrizioni degli ambienti portano ad immaginare i luoghi , il negozio di spezie, lo immaginavo, mi sembrava di essere lì, e mi pareva di sentire l’odore delle spezie, della cannella, dei chiodi di garofano. Bellissime le descrizioni delle tonnare, con il mare ,ma anche con l’odore dei resti dei tonni. L’autrice ci fa conoscere ed amare la storia di una famiglia che ha veramente cambiato la storia della Sicilia e in parte anche del resto d’Europa. Dal momento in cui Paolo e Ignazio sbarcano in Sicilia, agli inizi dell’800, fino alla morte di Vincenzo, dopo oltre sessant’anni.
L.P.